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Il Museo

A partire dal Rinascimento, l'antiziganismo si è manifestato in ogni epoca successiva, molto spesso come risultato di politiche e pratiche di esclusione sociale, economica, culturale. In Occidente, le Comunità Romanés sono ancor oggi considerate in gran parte un "problema sociale", mentre vengono ignorate la storia e il patrimonio umano, artistico e culturale che sono parte fondante dell’identità europea. 

Gli stereotipi generano pregiudizi, discriminazioni, causano violenza minacciando la sicurezza delle persone, minano gli stessi principi di giustizia ed eguaglianza su cui si fondano le moderne democrazie. 

L'immagine che la maggior parte della popolazione ha delle comunità romanés nasce da casi isolati, circostanze sociali ben definite, alimenta il mito negativo in chi crede di sapere ma non sa. 

Il canto, la musica, la danza sono aspetti culturali fortemente radicati nella tradizione romanì ma molto spesso vengono relegati a spettacolo folkloristico, esibito, consumato per i “gage” (non rom) e subito dopo rimosso per lasciar posto al riemergere della fascinazione o del pregiudizio. 

Sono i linguaggi di “un’arte invisibile” del vivere e non dell’apparire praticati dalle comunità romanés nel corso dei secoli, anche per questioni pratiche che accompagnavano la vita in carovana della famiglia “estesa”, che col trascorrere del tempo e la sedentarizzazione nei grandi centri urbani hanno subito una profonda trasformazione e la nascita di nuovi bisogni. 

Il Museo del Viaggio Milano nasce dalle tradizioni e dall’esperienza di in una storica Comunità Romanés  che da tempo è punto di riferimento cittadino per la promozione culturale della romanipè, la conoscenza e divulgazione della storia dalle origini alle deportazioni nei campi di confino e concentramento patite durante il Fascismo dalle comunità romanès italiane. 

Nella Comunità è presente Goffredo Bezzecchi, deportato nel campo di concentramento di Tossicìa, insignito dal Senato della Repubblica di una targa d'argento a ricordo di quanto sofferto con i propri familiari prima e durante la guerra, testimone e custode della Memoria di un passato che è fonte d’esempio e insegnamento per le giovani generazioni. 

“L’EcoMuseo del Viaggio” ospita uno spazio dedicato alla lettura e agli incontri pubblici, una Carovana dei primi anni del ‘900, un’installazione di 11 pannelli che ripercorrono la storia romanì.

La dedica a “Fabrizio de André” ricorda lo stretto legame di affetto e simpatia che ha avvicinato l’uomo, l’artista e poeta all’anima della Romanipè e a tutti i Rom e Sinti, a cui ha dedicato il testo della canzone Khorakhanè.

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